Sai, è come se io e te ci conoscessimo da sempre, ci fossimo sempre conosciuti. Sei una specie di idea platonica, qualcosa di radicato dentro di me da molto prima che io nascessi, come se in una vita passata, o in un universo parallelo, le nostre vite si fossero già incrociate... o si stessero incrociando...
Capitolo I.
Era una fredda giornata di autunno, Monica se ne stava in piedi alla fermata dell'autobus. Gli occhi quasi le piangevano dal vento, a spalle uno zaino pieno di libri e quaderni, davanti a se l'ennesima sera da passare china sui libri, a studiare funzioni in più variabili, a litigare con il computer e la calcolatrice.
Nella sua vita non sembrava conoscere altre soddisfazioni che quelle che le provocava ogni giorno lo studio della matematica, forse non conosceva altro stimolo, altra motivazione per la sua assurda esistenza.
Un tempo aveva creduto che il senso di tutto risiedesse nell'amore, senza tuttavia trovare alcun riscontro per questa sua teoria, che alla lunga aveva abbandonato, diventando sempre più scettica e disillusa.
Forse un giorno qualcosa, qualcuno l'avrebbe smentita, sarebbe riuscita a trovare il vero amore, ma per ora non se la sentiva di postularne l'esistenza..
Salì sull'autobus, si sedette e si mise a guardare fuori dal finestrino. Per quella strada del ring a 4 corsie passavano automobili in continuazione. Forse 200.000 abitanti non facevano della sua città una grande metropoli, ma certamente generavano un numero molto grande di combinazioni, di possibili incontri fortuiti tra persone sconosciute e diversissime fra loro, di occasioni perdute e di grandi colpi di fortuna, ma anche di tamponamenti, code ed ingorghi… come quello di quella sera, qualche centinaio di metro più avanti. Per fortuna aveva il suo I-pod a tenerle compagnia e renderle l’attesa meno snervante, sperando però di riuscire ad arrivare a casa in tempo per andare in piscina...Fuori dal finestrino tanti automobilisti snervati dal traffico cittadino, chi sbadigliava, chi, nonostante le leggi vigenti, era impegnato in conversazioni telefoniche, qualcuno discuteva con il passeggero accanto...qualcuno sbuffando si passava la mano tra i capelli arruffati, e poi dava un pugno sul volante...Era un ragazzo che doveva avere una ventina d’anni, una criniera di capelli biondi arruffati, un viso angelico, ed un comportamento decisamente sopra le righe...non era il caso di arrabbiarsi tanto, non era la prima volta che qualcuno rimaneva intrappolato nel traffico...Sul sedile del passeggero erano appoggiati uno zaino ed un libro. Evidentemente si trattava di uno studente. Monica cercò di capire di che cosa si trattasse, ma non riuscì bene a mettere a fuoco il titolo. In quel preciso istante il ragazzo si accorse di lei, e del suo sguardo fisso sul libro. Lo prese e lo avvicinò al finestrino: “Calcolo” e fece un gesto di disperazione. Monica, che nel momento in cui era riuscita a leggere il titolo si era illuminata, scoppio a ridere, fu tentata di aprire lo zaino e avvicinare al vetro la dispensa di Istituzioni di Analisi Superiore, ma forse l’avrebbe spaventato inutilmente...
com'è andata a finire? vogliamo sapere. il popolo reclama.
ReplyDeletePovera Francy, sei pazza. Ma da quando scrivi?
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